Quella tra i tortellini e i cappelletti è una battaglia tutta emiliano-romagnola che perdura da secoli e che speriamo non abbia mai un vero vincitore. Anche se i tortellini, tipici di Bologna e Modena, sono più noti a livello internazionali dei loro cugini ferraresi e romagnoli a, entrambe le specialità sono due delle più straordinarie prelibatezze della regione.
Ma cos’hanno in comune tortellini e cappelletti?
Innanzitutto sono entrambe paste all’uovo ripiene e vengono tradizionalmente servite al brodo.
E qui finiscono le somiglianze.
Le origini
Le origini leggendarie del tortellino in brodo risalgono al XII secolo a Castelfranco Emilia, tra Bologna e Modena, dove il proprietario di una locanda, sbirciando un’affascinante nobildonna che alloggiava nelle sue stanze, rimase tanto colpito dalla bellezza dell’ombelico da volerlo riprodurre in cucina.
Un’altra leggenda, invece, vorrebbe che l’ombelico ispiratore appartenesse alla dea Venere in persona.
Nella contesa per le origini del cappelletto, al contrario, troviamo un po’ tutta la Romagna e parte dell’Emilia – ma perfino un po’ di Marche e di Umbria. Pare, tuttavia che la culla del cappelletto sia proprio la città degli Este durante la corte di Alfonso I d’Este.
Il ripieno
Il ripieno dei tortellini è composto da lombo di maiale, mortadella di Bologna, prosciutto crudo, parmigiano Reggiano, uova e noce moscata. Quello dei cappelletti, invece, varia molto da Ferrara alla Romagna. Il primo contiene carne di bovino o suino, uova e verdura, mentre quello romagnolo è a base di ricotta.
Le dimensioni
I tortellini sono più piccoli dei cappelletti. Il quadrato di sfoglia del tortellino, infatti, è di circa 3 cm, mentre quello del cappelletto è di 5 cm. Anche la sfoglia presente differenze, perché il tortellino ha la sfoglia più sottile.